DaVi – Genio Ribelle

Genius Ex Machina – L’eredità di Leonardo, è l’evento TEDxTorino di Febbraio che non puoi proprio perdere.

Dedicato ai traguardi della scienza e della tecnica raggiunti dall’homo sapiens 500 anni dopo la sua scomparsa, abbiamo deciso di presentartelo in maniera non convenzionale: lui, Leonardo Da Vinci, pittore, scultore, scenografo, filosofo e inventore straordinario – anche di flop pazzeschi – vero uomo del Rinascimento.

Tutto molto bello insomma, ma pensa che delirio se fosse nato ai giorni nostri.

DAVI, GENIO RIBELLE

Pensa se Leonardo Da Vinci fosse vissuto nel 2019.

Me lo vedo mentre parla con te e nel frattempo scrive due messaggi, uno su Whatsapp e uno su Telegram, su due smartphone diversi. Contemporaneamente.

Poi ti dà il cinque col pugnetto, balza sulla fixie e sgomma via nel traffico, barba al vento e camicia aperta sulla t-shirt con su scritto “Genius Ex Machina”, verso il prossimo appuntamento.

Sì perché Leonardo, secondo me, oggi sarebbe un hipster da paura.

UN GENIO COMPLETAMENTE FUORI (DAL SUO TEMPO)

Del buon DaVi, come lo chiamano al bar dove il giovedì sera va a prendersi uno spritz e fare quattro chiacchiere, si dicono tante cose.

Che sia fuori di testa, perlopiù, sempre in giro con quella barba pettinata, gli occhiali da sole e l’aria interdetta di chi ha appena visto qualcosa che non saprebbe spiegarti; ma che in generale sia un tipo a posto, di quelli che fa piacere avere intorno.

Oppure che nessuno sappia veramente che lavoro fa: lo puoi trovare un giorno ad aggiustare macchine in un’officina in zona Mirafiori, un altro a suonare in una sala prove di Barriera di Milano, un altro ancora in una galleria d’arte del centro dove ha esposto – a seconda dei casi – le sue sculture o i suoi quadri.

E non hai difficoltà a credere che sia stato lui, Leo Da Vinci, a fare quel murale gigantesco in Corso Unità, raffigurante il tipo per cui ha una cotta neanche troppo segreta.

Lo conosci da tanto, ma non lo conosci davvero – se si potrà mai dire di conoscere a fondo una personalità così vasta. Alle superiori, dove sedeva un banco dietro al tuo, alternava risultati brillanti a momenti di buio totale, ed era la gioia e dannazione dei prof, che temevano di trovarsi davanti all’ennesimo talento sprecato.

E pure quando qualcuno gli chiedeva «Sì ma te, dopo, che cosa vuoi fare?» si limitava ad alzare le spalle.

Perché già allora aveva davvero un genio troppo grande per costringerlo in una sola facoltà, in un solo mestiere, e non c’era materia di conoscenza che avrebbe retto da sola il fuoco della sua lente senza esserne arsa completamente.

Oggi fa quello che gli va, che lo paghino o meno per farlo, e il modello start-up gli calza così a pennello che le apre e chiude come le porte di casa.

È un genio, ma anche una di quelle persone che pur sapendo di essere a un miliardo di anni luce distante da te e dal resto del genere umano, non te lo fa pesare.

Così lo guardi pedalare nel traffico, e alzare il medio all’incrocio, dopo aver carezzato il paraurti di un SUV.

LEONARDO DA VINCI – 500 ANNI DOPO

La verità è che, quest’anno, saranno trascorsi 500 anni dalla sua morte.

Mezzo secolo di progressi in tutti i campi dello scibile umano; progressi raggiunti anche grazie alle invenzioni, le visioni, i successi e i fallimenti di quest’uomo straordinario.

E se è così facile immaginarselo così vivo e contemporaneo, è perché era davvero un uomo oltre il suo tempo, un autentico genio universale.

 

Ferdinando de Blasio di Palizzi